Nel nostro giardino oppure nei vasi dove curiamo le nostre piante tra le tante erbacce “infestanti” che vi crescono spesso c’è il trifoglio: pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae.
Questa pianta erbacea in genere viene estirpata con le altre erbacce per favorire la crescita delle nostre piante, ma è un errore. Infatti, il trifoglio come tutte le Fabaceae meglio conosciute con il nome Leguminose, ospita dei batteri simbionti tra le radici che sono capaci di fissare l’azoto atmosferico. Il trifoglio quindi arricchisce il terreno di sostanze nutritive delle quali beneficeranno anche le nostre piante.
Come agiscono i batteri simbionti?
Questi batteri che vivono in simbiosi con le radici delle leguminose, nel nostro caso il trifoglio, hanno la capacità di assorbire l’azoto dall’aria e rilasciarlo nel terreno. L’azoto è tra i macroelementi essenziali alle piante infatti favorisce la produzione di clorofilla e lo sviluppo del fusto e delle foglie.
Il trifoglio è anche utilizzato nel sistema di rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo, è bene quindi non rimuovere i trifogli. L’unico accorgimento è riuscire a distinguere bene il trifoglio dall’Acetosella che è invece infestante. Ecco qui un esempio:
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