Secondo una ricerca statunitense, l’assunzione di uno dei farmaci più venduti al mondo ci renderebbe meno sensibili ai sentimenti e al dolore altrui.
In base ai dati forniti dal Ministero della Salute i medicinali più venduti in Italia sono quelli a base di paracetamolo, principio attivo antipiretico ed antidolorifico. Questo tipo di farmaci però può causare degli effetti collaterali anche gravi. Secondo uno studio condotto presso l’Università dell’Ohio e l’Istituto Nazionale della Salute Statunitense, il paracetamolo inibirebbe i sentimenti di compassione, il coinvolgimento emotivo nei confronti della sofferenza e del dolore altrui, vale a dire l’empatia.
Una controindicazione sinora sconosciuta
Sinora gli effetti collaterali più conosciuti del paracetamolo erano l’intossicazione dei reni e del fegato: solo 100 g di paracetamolo possono essere letali. In Gran Bretagna e Stati Uniti l’avvelenamento da paracetamolo è una delle cause più comuni di insufficienza epatica fulminante. La ricerca, condotta dal dottor Dominik Mischkowski, ha voluto prendere in esame una controindicazione finora poco discussa, cioè i danni che il paracetamolo può provocare a livello comunicativo, emotivo e relazionale. Il paracetamolo infatti oltre a eliminare i dolori di tipo fisico elimina anche l’empatia, che è la percezione della sofferenza altrui. È un po’ come se anestetizzasse anche le nostre emozioni.
Un farmaco che assopisce l’emotività
Lo studio del dottor Mischkowski includeva un esperimento in doppio cieco che coinvolgeva oltre 200 studenti universitari che si sono sottoposti a differenti test psicologici per mettere alla prova i loro livelli di empatia, in base ad un minore o maggiore coinvolgimento a situazioni dolorose di terze persone. Durante l’esperimento a metà di loro è stata somministrata una dose di paracetamolo, all’altra metà un placebo. I risultati hanno evidenziato come coloro che avevano assunto il paracetamolo avessero meno capacità di provare empatia per le persone che avevano intorno. Non solo: il farmaco sarebbe anche capace di diminuire la percezione delle emozioni positive e dunque assopire l’emotività.
“I nostri risultati suggeriscono che il dolore di altre persone non sembra un grosso problema quando si assume paracetamolo poiché può ridurre l’empatia”, ha affermato il dottor Mischkowski. Il co-autore dello studio Baldwin Way ha dichiarato inoltre: “L’empatia è importante. Se ad esempio stai discutendo con il tuo partner e hai appena assunto paracetamolo, la nostra ricerca suggerisce che ci potrebbe essere meno comprensione nei confronti dei suoi sentimenti”. Al momento non è chiaro in che modo avvenga la riduzione dell’empatia a livello cerebrale. In base a studi scientifici effettuati in precedenza, si può supporre che l’area del cervello che elabora la sensazione di dolore fisico sia la stessa capace di percepire il dolore altrui.
L’impatto sociale del paracetamolo
In base ai risultati della ricerca quindi assumere paracetamolo rende più estraniati e insensibili alla sofferenza e al dolore altrui. Da qui possono scaturire importanti interrogativi sull’impatto sociale di questo farmaco. Quali potrebbero essere le conseguenze di una popolazione priva di empatia, considerata l’ampia diffusione di questo principio attivo? Le implicazioni vanno ben oltre la semplice sfera personale di un individuo. L’empatia infatti ha un ruolo cruciale nella società, le quali colonne portanti sono il riconoscimento dell’altro e la partecipazione emotiva. Attualmente si stanno svolgendo dei test sull’ibuprofene per verificare se si ottengono gli stessi effetti. Al contempo occorre capire quale sia la soglia di un possibile dosaggio di paracetamolo che non comporti questo preoccupante effetto collaterale.
via Breaknotizie
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