Conosciamo più da vicino il lentisco, l’antica pianta adoperata dai pastori, che guarisce il cavo orale e lenisce le affezioni della pelle
Il lentisco, o Pistacia Lentiscus, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Anacardiacee. Può raggiungere persino i 3 mesi di altezza ed è originario del bacino Mediterraneo.
La sua caratteristica è l’essudazione di una particolare resina che viene adoperata in campo fitoterapico. Anche l’olio di lentisco vanta numerosi impieghi e benefici.
Scopriamo insieme le proprietà di questa interessantissima pianta, impiegata da sempre dai pastori.
Lentisco: caratteristiche, storia e benefici
Il lentisco è una pianta spontanea che si adatta bene a ogni tipo di suolo. Sopporta la siccità e ha un odore resinoso molto caratteristico.
Può essere adoperata per il recupero delle aree degradate e per la riqualificazione ambientale, grazie alla sua proprietà di migliorare il terreno. Pianta presente lungo le coste, può anche risalire le pendici soleggiate.
I suoi benefici sono conosciuti dai tempi più remoti e, ancora oggi, è una pianta ampiamente adoperata come antisettico ed eudermico.
Lentisco: tradizioni e storia
Tracce dell’utilizzo del lentisco vengono trovate nei classici greci e latini, dove si fa riferimento ai suoi usi come pianta diuretica, antinfiammatoria, antisettica e cicatrizzante.
In Medio Oriente, veniva adoperata come disinfettante e antisettico. Sfruttando la sua consistenza ‘gommosa’, veniva applicata sulle ferite, ma anche per favorire l’igiene orale. Basti pensare che ancora oggi il lentisco è adoperato come ingrediente di alcuni chewing-gum.
In Sardegna, soprattutto nelle aree agro-pastorali, con le foglie venivano preparati degli impacchi per curare le ferite o deodorare i piedi. Le foglie più tenere, invece, venivano inserite nelle scarpe per profumarle e prevenire l’eccesso di sudorazione.
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