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domenica 23 settembre 2018

Le 7 nuove frontiere della canapa per migliorare il mondo (se gliene daremo la possibilità)


Batterie di canapa

La fibra di canapa è costituita per il 70% da cellulosa cristallina.
Questa può essere trasformata in nanosheets, elettrodi in lamine sottilissime con grande superficie esposta e alta capacità di trasporto e conservazione dell’energia. I risultati di queste ultime ricerche evidenziano una capacità di raggiungere e mantenere densità energetiche nettamente superiori a quelle dei dispositivi commerciali come le batterie Li-ion a ioni di litio. Nelle applicazioni per batterie, questo si traduce in tempi di ricarica molto inferiori agli attuali standard. Il nuovo materiale risulta efficiente in un intervallo di temperature più elevato e la capacità dei supercondensatori di caricare e scaricare rapidamente l’intera massa di energia li rende fondamentali per l’efficienza delle batterie nei veicoli elettrici, anche per la possibilità di ricaricare le batterie in frenata. La ricerca è già in fase avanzata presso l’Università di Alberta (California). (Più informazioni a questo link).
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Materiale da costruzione

Il settore delle costruzioni incide per il 40% sui consumi di energia, per il 30% sull’uso di risorse naturali e sulla produzione di rifiuti e per il 20% sul consumo d’acqua, ed è inoltre causa del 40% delle emissioni di anidride carbonica. La canapa può offrire molti vantaggi in termini di sostenibilità dato che è un materiale ecologico e altamente performante, grazie all’alto contenuto di cellulosa. Il biocomposito di canapa e calce può essere impiegato in forma di mattoni, ma anche come intonaco isolante, nella costruzione di muratura massiccia alla stregua di un conglomerato cementizio. Unico limite è la capacità di carico: questo materiale altamente aerato si comprime se impiegato come elemento portante in blocchi compressi. Per questo motivo la soluzione statica più diffusa ne prevede l’uso come riempimento in una struttura di legno a travi e pilastri. Le costruzione in biomattoni di canapa si rivelano anche maggiormente termiche e ottimamente antisismiche. (Più informazioni a questo link)
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Bio-plastica ecologica

Oggi esistono bioplastiche di diversa derivazione, dal mais alla soia. Ma è la Canapa, indubbiamente, a dare i migliori risultati in questo ambito. La plastica di canapa è molto più economica nella produzione e nei test si conferma altamente resistente. Inoltre il suo reciclo è semplice e pressoché integrale e gli scarti di produzione biodegradano a velocità molto alta. È un materiale sempre più diffuso che oggi ritroviamo in oggetti come le cannucce, i tubi, parti di mobili e strumenti musicali. Esista una start-up siciliana che è all’avanguardia nella ricerca sulla bio-plastica di canapa, la Kanèsis, e secondo i suoi ricercatori «ha le stesse proprietà della plastica petrolchimica; per fare un esempio, è simile al polipropilene (la plastica utilizzata per i tappi di bottiglia), ma è più leggera, oltre ad essere biodegradabile, compostabile, rigida e assolutamente 100% green. Inoltre, cosa da non sottovalutare, ha anche una buona elasticità». (Più informazioni a questo link).
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Carburante per le auto

La Canapa potrebbe anche risolvere alcuni problemi riguardanti i bio-carburanti che, spesso, risultano essere poco economici e affidabili. Alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut stanno studiando particolari miscele che mostrano una maggiore efficienza di conversione e una migliore reazione a temperature più basse, rispetto agli altri biodiesel in commercio, inoltre può sostituire integralmente, o quasi, tutti gli usi dei derivati del petrolio. Tra questi il più importante è sicuramente la benzina, che può serenamente essere sostituita dall’etanolo di canapa. In funzione della sua alta resa in massa vegetale, la canapa è considerata ideale anche per la produzione di combustibili da biomasse come l’etanolo, considerato il carburante del futuro. Questo tipo di carburante alternativo al petrolio può essere prodotto su larga scala attraverso processi di pirolisi o fermentazione, in assenza di ossigeno. Dalla canapa è possibile ottenere anche una sorta di biodiesel di origine naturale che può essere sostitutivo parziale e per intero agli odierni gasoli, nafte e derivati. (Più informazioni a questo link).
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Automobili in fibra di canapa

La storia è nota: nel 1940, Henry Ford finanziò la produzione di un modello fatto interamente di canapa. Un’invenzione che lo stesso Ford annunciava come rivoluzionaria e immensamente migliore delle auto tradizionali. Poi le lobbies del petrolio vinsero la loro battaglia e di quel prototipo ci rimane solo un vecchio video in bianco e nero. Negli ultimi anni, però, l’industria automobilistica ha riscoperto le proprietà sorprendenti di questa pianta e i materiali che la contengono oggi si ritrovano in diversi componenti: portiere, cruscotti, tessuti, cofani, bauli, scocche. Ma non solo. I progetti si moltiplicano e oggi un’altra “hemp car” è tornata a sfrecciare sulle strade americane: è stata creata da un’azienda con sede in Florida, la Renew sport car. Si tratta di un’auto sportiva con la scocca realizzata al 100% in fibre di canapa e che può essere alimentata da biodiesel o etanolo e che quindi unisce la sostenibilità ad ottime prestazioni per quanto riguarda il motore e la velocità. (Più informazioni a questo link).
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Materiale antibatterico

I cannabinoidi presenti nella fibra di canapa riducono la biodisponibilità cellulare aumentando l’impermeabilità della membrana delle cellule stesse. Come risultato, i cannabinoidi evitano la formazione di substrati utili ai più comuni meccanismi chimici di resistenza ai normali agenti antibatteriologici. Questa proprietà biochimica rende le fibre delle varietà industriali di canapa sativa utili per la realizzazione di supporti antibatterici, come ad esempio i tessuti speciali per utilizzi ospedalieri. Stiamo parlando di una ricerca che è ancora nella sua fase iniziale a da cui ci si aspetta molto. Soprattutto per i risultati, più che positivi, ottenuti durante i primi test. (Più informazioni a questo link).
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Carta di migliore qualità

Anche in questo caso la storia è tutt’altro che nuova. Addirittura la stessa dichiarazione di indipendenza americana venne redatta nel 1776 su carta di canapa. Ma l’uso della fibra di canapa per produrre carta risale a più di 2mila anni fa anche se attualmente, solo il 5% della carta mondiale viene fatta da piante annuali come la canapa o il lino. Oggi si è tornati a ritenere che fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporti importanti vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in cellulosa, infatti un ettaro di canapa produce, in pochi mesi, la stessa cellulosa prodotta da 4 ettari di foresta in decenni e inoltre grazie alla bassa percentuale di lignina rispetto al legno degli alberi, che ne contengono circa il 20% oltre ad un’analoga percentuale di sostanze leganti. Ancora oggi, a causa degli scarsi investimenti, la carta di canapa non è economicamente concorrenziale, ma basterebbe volerlo. Viviamo un tempo nel quale la gran parte delle foreste è in via di distruzione, la canapa è un’alternativa da sostenere. (Più informazioni a questo link).

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