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giovedì 26 aprile 2018

La macchina per pulire gli oceani dalla plastica di Boyan Slat è pronta e sta per salpare


Aveva solo 19 anni quando capì che voleva e poteva ripulire gli oceani dalla plastica grazie a una sua rivoluzionaria idea. Il giovane Boyan Slat ci ha creduto fin dall'inizio. Oggi, a 5 anni di distanza, il suo Ocean Array Cleanup è pronto a rimuovere i rifiuti plastici che vagano nei mari di tutto il mondo.

Nonostante i dubbi iniziali sul progetto, l'idea di Boyan si è rivelata vincente e dopo uno studio di fattibilità di due anni, tra qualche settimana il suo sistema di raccolta dei rifiuti salperà da San Francisco diretto verso il Great Pacific Garbage Patch, a metà strada tra la California e le Hawaii.
Saranno necessarie circa tre settimane per raggiungere l'isola di plastica e il sistema dovrebbe essere operativo entro la fine dell'estate.
Si tratterà di un test, secondo il sito Ocean Cleanup, che cercherà di osservarne il funzionamento sul campo e rilevare eventuali problemi prima che altri boomer vengano spediti nei prossimi anni nei mari del mondo. Ciò accadrà nel 2020.
“Dopo i necessari perfezionamenti del nostro progetto attraverso una serie di test on-shore e offshore, implementeremo il nostro primo sistema di pulizia nel Great Pacific Garbage Patch” si leggesul sito ufficiale. “Dopodiché ne monitoreremo e valuteremo il comportamento. Tutte le lezioni apprese verranno applicate al sistema successivo, poiché implementeremo gradualmente più sistemi fino a raggiungere il dispiegamento su vasta scala entro il 2020”.

Come funziona l'Ocean Array Cleanup

Il sistema ideato da Boyan e dalla sua società, l'Ocean Cleanup, si basa su una serie di lunghi bracci galleggianti posizionati sulla superficie dell'acqua. Proprio come le spiagge raccolgono la nostra plastica, questi “boom” possono raccogliere passivamente i rifiuti e convogliarli verso la parte centrale. Una volta al mese circa, una barca andrebbe a raccoglierli.
Un'ulteriore miglioria introdotta dal gruppo di ricerca di Slat ha fatto sì che invece di attaccare i bracci al fondo dell'oceano, questi rimanessero “sospesi” ma legati alle ancore che galleggiano in profondità. Ciò consentirà ai bracci di muoversi lentamente, ma non al punto da impedire loro di svolgere il lavoro di pulizia.
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"Le forze che spostano la plastica sono le stesse che muovono i sistemi di pulizia, in altre parole, dove va la plastica, vanno automaticamente anche i sistemi di pulizia”. Geniale, come tutte le idee semplici.
Il sistema sarà a impatto zero visto che per l'accumulo della plastica si affiderà completamente alle correnti oceaniche naturali e non richiederà una fonte di energia esterna. Tutta l'elettronica utilizzata sarà alimentata dall'energia solare.
Secondo i modelli della Ocean Cleanup, il dispositivo potrebbe ripulire il 50% del Great Pacific Garbage Patch in 5 anni. Combinando la pulizia con la riduzione della produzione sulla terraferma, potremmo tornare ad avere oceani liberi dalla plastica entro il 2050.
Fonte greenMe 

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