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lunedì 1 ottobre 2018

I 7 LIVELLI DI “CONSAPEVOLEZZA ALIMENTARE” SECONDO IL DOTT. FRANCO BERRINO


di Luca Gonzatto

Cosa mangiamo, come lo mangiamo, quali sono le conseguenze del cibo che mangiamo a livello personale e sociale? Cosa significa prendersi cura del corpo? Che cos’è l’energia vitale e come possiamo agire su di essa nella vita di ogni giorno? In che modo le emozioni e il nostro stato mentale condizionano la nostra salute?

Il Dott. Franco Berrino nella sua ultima opera “Ventuno Giorni per Rinascere“, scritto insieme a Daniel Lumera e David Mariani, ci parla di “Sette livelli di consapevolezza alimentare”. Il numero 7 è carico di significati simbolici, che lo riconducono alla ricerca mistica, all’esplorazione di se stessi, alla volontà di completezza interiore.
7 sono i giorni della settimana e i colori dell’arcobaleno; 7 sono le Virtù Capitali (la somma delle 3 virtù teologali e delle 4 virtù cardinali), opposte ai 7 vizi capitali; 7 sono le meraviglie del mondo e i re di Roma con i suoi colli… Nella storia dell’uomo e in quella molto più antica del pianeta, il numero 7 ricorre prepotentemente.
Il 7 è un numero che pare emanare un’intima saggezza, che si ripresenta anche in numerosi detti e proverbi (“Le sette vite di un gatto”, “Sudare sette camicie”, “Essere al settimo cielo”ecc. Essendo connesso al compiersi del ciclo lunare, il numero 7, secondo l’antica tradizione orientale, è considerato sacro.
Ecco, dunque, un piccolo estratto del libro “Ventuno Giorni per Rinascere” in cui il Dott. Franco Berrino ci parla dei sette livelli di “consapevolezza alimentare”:
– Livello I° morale: è quello del neonato e del lattante, il cui unico interesse è riempire il “pancino”. Molti di noi rimangono per certi aspetti a questo livello, quello dell’uomo un po’ brutale, privo di una cultura profonda, che mangia di tutto, senza discernimento, meccanicamente, con ripetitività, alle ore stabilite, senza chiedersi cosa sta mangiando, senza chiedersi se ha fame o no.
– Livello II° Sensoriale: è quello del bambino più grande, che comincia a riconoscere i gusti e a scegliere ciò che preferisce. La nostra passione per il gusto intenso a livello sensoriale, è ben rappresentata dalle persone che per tutta la settimana attendono con trepidazione di andare in trattoria la domenica. A questa passione rispondono i grandi (si fa per dire…) che, come venditori di piaceri, condiscono con molto sale, molte spezie, molta panna, molto pomodoro, addirittura con aromi artificiali e profumi, nascondendo l’eccellenza del gusto semplice del cibo naturale.
– Livello III° Sentimentale: è quello del bambino più grandicello, che si reca a mangiare a casa della nonna e associando il piacere di un determinato cibo all’amore, alle coccole, al ricordo di una persona amata. Molti di noi rimangono a questo livello, che è probabilmente quello in cui si presenta la maggiore difficoltà per cambiare alimentazione, perché è determinato da un forte attaccamento: rinunciare a un cibo specifico significa tradire un affetto, una persona, in qualche forma, un’identità.
– Livello IV° intellettuale: è quello del ragazzino che va a scuola e studia il corpo umano e le sostanze di cui ha bisogno. È la fase del bambino saccente, che ci ammonisce che non bisogna fumare; è il livello dei dietologi e dei nutrizionisti, che decifrano il linguaggio del cibo in termini di calorie, di proteine, grassi, carboidrati, di vitamine, di sostanze antiossidanti (mangio il pomodoro perché contiene il licopene… mangio le melanzane perché contengono le antocianine…); è il mercato degli integratori alimentari.
– Livello V° ideologico: è quello dell’adolescente che diventa vegetariano per non nuocere agli animali. Questo livello, nel suo aspetto negativo, racchiude tutti gli estremi-smi. Nell’aspetto positivo, invece, questo livello attribuisce grande valore alla consapevolezza, alla libertà, all’emancipazione dai condizionamenti della società dell’abbondanza, del consumismo, alla scelta di un cibo semplice, pulito, giusto, prodotto senza veleni e senza distruggere l’ambiente (Consigliata la visione del film documentario di Thomas Torelli: “Food ReLOVution”).
– Livello VI° Sociale: è quello dell’adultità. È il livello della solidarietà, della fratellanza, della consapevolezza che ogni nostra azione comporta delle conseguenze: cosa causa la fame nel mondo? Se mangiamo animali sottraiamo il cibo ad altri esseri umani; a questo livello siamo coscienti del disastro della monocultura, che strappa la terra ai contadini.
– Livello VII° supremo: è il livello della giustizia, che ha a che fare con la gratitudine per quello che abbiamo, per chi ci ha consentito di averlo, per i Maestri, per la natura, per l’Universo e con la consapevolezza che non abbiamo il diritto alla salute, bensì la responsabilità per la nostra salute.
È il livello di chi è in grado di ritornare all’equilibrio, alla legge del Tao, alla comprensione della complementarietà di Yang e YinGiustizia è saper scegliere il cibo giusto, imparare quello di cui abbiamo bisogno, dare all’organismo solo quello di cui ha bisogno. È il livello del non mangiare se non si ha fame, del mangiare perché si ha fame e non perché è l’ora di mangiare, del saper tornare all’essenziale, alla semplicità, renderci consapevoli delle cause dei nostri disagi.
Giustizia è mantenerci in salute, per noi stessi e per gli altri: non abbiamo il diritto di far pesare le nostre malattie sugli altri, di togliere anni di vita e di felicità ai nostri figli, costringendoli a occuparsi della nostra invalidità, della nostra demenza senile.
Tratto da: “Ventuno Giorni per Rinascere – Il percorso che ringiovanisce corpo e mente“, di Franco Berrino, Daniel Lumera, David Mariani
Articolo di Luca Gonzatto

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